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un treno per auschwitz: per non dimenticare » vai al contenuto » torna alla home page siti tematici | cerca con google sei in: la provincia in casa la provincia in casa scuola, lavoro, territorio, tempo libero, ambiente, cultura » torna alla home page » accessibilità per modificiare la visualizzazione del sito è necessario avere i javascript attivi rivista istituzionale della provincia di milanomarzo 2006 n°5   scarica il pdf ( 3869 kb) ricevi la rivista gratis i numeri precedenti un treno per auschwitz: per non dimenticare in occasione delle iniziative per il giorno della memoriaè partito il 25 gennaio scorso da carpi il treno per la memoria, organizzato dall’assessorato all’istruzione della provincia di milano, che ha portato più di 600 studenti a visitare il campo di sterminio di auschwitz, in occasione del “giorno della memoria”.il viaggio è stato organizzato insieme alla fondazione “ex campo fossoli” di carpi, all’archivio storico “bigio savoldi e livia bottardi milani” di brescia e alla fondazione “memoria della deportazione” di milano.partito da carpi, il treno ha portato gli studenti delle scuole superiori della provincia di milano, di modena, di brescia e di lecce a visitare il campo di sterminio di auschwitz. l'idea di ripetere la straordinaria esperienza dello scorso anno è nata "a caldo", quando, non ancora scesi dal treno, gli studenti e gli insegnanti, gli operatori culturali ed i giornalisti coinvolti, nonché i testimoni hanno iniziato la loro ricchissima opera di "restituzione dell'esperienza" raccontando, lavorando sui materiali prodotti, rivedendo immagini e riascoltando suoni, ma soprattutto iniziando a scrivere e ricevere riflessioni in una rete di relazioni che il progetto parallelo "attori di viaggio" aveva previsto, ma che si è rivelato molto più efficace di ogni aspettativa.     la nuova iniziativa "un treno per auschwitz 2006" è stata impostata avvalendosi dell'esperienza e dell'ottimizzazione dell'organizzazione già sperimentata ed approfondendo ulteriormente il "sistema di rete" fra le scuole italiane che aderiranno nonché formulando altri percorsi didattici propedeutici al viaggio, che l'archivio storico b. savoldi e l. bottardi milani e le fondazioni "fossoli" e "memoria della deportazione " si impegnano a preparare e proporre agli insegnanti ed agli studenti. l’idea che anima questo progetto è ancora l’incontro di una generazione di cittadini europei anagraficamente e linguisticamente non dissimili da coloro che furono deportati sui treni dello sterminio 60 anni fa. ma, se durante le persecuzioni naziste la destinazione dei treni era l’orrore, oggi si propone ai ragazzi di incontrarsi, dialogare, lavorare, viaggiare per costruire memoria. i luoghi hanno una grande importanza. gli studenti invitati appartengono ad una nazione in cui la geografia del terrore ha disegnato la presenza dei campi di concentramento e di sterminio. i treni, pure, rivestono un ruolo fondamentale, poiché offrono la possibilità di rivivere l’idea dell’allontanamento coatto, attraverso l’europa, mediante un mezzo di trasporto di massa, che con grande lentezza, ma anche con inesorabile puntualità raggiunse i campi. ed è proprio in questa ottica che il "treno per auschwitz" del 2006 è partito da carpi.la tradizione che abbiamo ispirato con il primo viaggio deve radicare in un percorso conoscitivo ed emotivo che tenga anche in conto dei luoghi. primo levi e altre migliaia di persone partirono da carpi e da milano. magari il "treno per auschwitz" del 2007 partirà da milano, ma fino ad allora ed oltre noi lavoreremo per offrire l'opportunità di un'esperienza importante e significativa per quanti più giovani sarà possibile.il ricordo è vita“…non si tratta / di rappresaglia o rancore./ ma d’inflessibile memoria”.le parole di un poeta, vittorio sereni, delineano con assoluta purezza l’ambito del nostro rapporto con auschwitz. non c’è spazio per sentimenti parziali, riduttivi, come il rancore, di fronte all’abisso della disumanizzazione.c’e solo la possibilità, il dovere di ribaltare completamente la logica del processo di morte che ha cancellato un infinito numero di vite: con la memoria, che è vita. la memoria non è un fatto astratto, un pensiero che può essere elaborato in qualsiasi momento; non è ricordarsi di qualcuno, pensare a lui: questo è il ricordo, che può essere affettuoso o sterile, preciso o sfumato, ma che non mi mette in contatto con me stesso e con l’altro. la memoria è prendere su di sé il tempo vissuto nella sua infinita varietà di momenti e dargli modo di rivivere, di rifiorire; la memoria non è parlare dei morti e con i morti, ma parlare con i vivi di un tempo, è dare orecchio a “…quella voce / con un tremito appena più profondo, / appena più toccante ora che viene / di là della frontiera d’ombra…”. questa voce, ad auschwitz, io l’ho sentita venire dai piatti sottratti dagli aguzzini ai deportati e accatastati là dietro una vetrina. nella loro indifesa quotidianità i piatti portano su di sé i sorrisi e le angosce, le bassezze e le speranze, i sogni e le delusioni di ogni giorno, di ogni vita: sono i testimoni muti di vite familiari e vite solitarie, di vite appena sbocciate e di vite vicine alla consunzione. questi piatti sono stati portati ad auschwitz perché i loro proprietari forse speravano di mantenere qualche punto di contatto con i loro giorni precedenti per non perdere completamente il senso dell’esistenza. oggi quei piatti sono il simbolo non solo della perfidia e dell’inganno dei nazisti, ma anche del loro progetto di annullare le persone spogliandole della loro memoria, della loro storia individuale per consegnarle al vuoto assoluto, al cammino senza ritorno del lager di birkenau, la vera fabbrica della morte, il luogo in cui le tracce di innumerevoli uomini si sono dissolte in cenere e fumo. ma la memoria è in quella “paziente storia dei giorni” che giunge a noi sul filo del vento in mezzo alle baracche, sulla distesa bianca e gelata e segnata da un’orrida scacchiera di filo spinato; è la voce che giunge a noi da un passato che è presente interiore e ci porta al di là dell’orrore della massificazione dello sterminio, fino alla vita di ciascuno e di tutti, alla vita vissuta, a quella che doveva essere vissuta e che è stata negata e che ci interpella senza sconti: sapere ciò che è avvenuto ci segna in maniera indelebile; non basta il ricordo e la compassione, chi ha visto non potrà tacere.27 gennaio 2006. sulla piana di birkenau scende il sole, rosso, enorme; nella sera, come fiori, si accendono centinaia di fiaccole. il buio non può vincere.  prof. vincenzo viola, docente al liceo carducci di milanoimmagini tratte dal sito http://www.deportati.itper saperne di più» assessore giansandro barzaghi» il sito dell'istruzione « indietro sommarioprima paginala mia provinciafilippo penati rispondedentro il consiglio-------------------- ecco asamasam: ruolo e missionemilano made in designdino buzzatila città di cittàsos smogmobilità in brianzaarte in contemporanea nella metropoli milaneseun treno per auschwitzpannelli solari a scuolaformazione a distanzala tua provinciabiomilanopiù attenzione per gli anzianicittadini in primo pianodiritti degli animaliuna provincia piena di risorseil valore del tempoice on idro: un grande successocrisi innse presseincentivare la biodiversitàuna giornata particolare   copyright | credits
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